Gli adulti o i giovani adulti, portatori di un disagio psichico, non trovano molti spazi o servizi che li aiutino nella quotidianità. I servizi pubblici non riescono a offrire ulteriori servizi alla persona, oltre ai Centri e Servizi già esistenti che però, in genere, sono oberati di richieste. Nel nostro territorio inoltre sono più numerosi i servizi per l’infanzia o per gli anziani che per i giovani e gli adulti, i quali spesso rimangono “scoperti” dall’assistenza pubblica per una lunga parte della loro vita (eccetto eventuali ricoveri o trattamenti).

Sono in genere le famiglie a occuparsi, con molte difficoltà, delle necessità, delle attività e degli interessi di un adulto o di un giovane alle prese con un funzionamento che non gli permette di vivere a tutti gli effetti una vita “normale” sul piano della quotidianità, del lavoro, delle relazioni personali e sociali.

Da molti anni Il Cortile si occupa di accompagnare, seguire, assistere giovani e adulti cercando di farsi partner della persona e della sua famiglia nell’interfaccia con gli altri servizi eventualmente coinvolti cercando di costruire una rete intorno alla fragilità delle persone in modo da facilitare loro la vita quotidiana. L’obiettivo del nostro lavoro di assistenza domiciliare è quello della facilitazione, che per ogni persona si realizza in modo diverso. Proprio per questo non utilizziamo una metodologia standard ma costruiamo di volta in volta un progetto su misura, insieme alla persona e alla sua famiglia, allo scopo di fornire aiuto e sostegno per le “cose da fare” o per le cose che la persona “vuole” fare ma che da sola ha difficoltà a realizzare.

Gli operatori e le operatrici del Cortile sono orientati dalla psicoanalisi e pertanto hanno uno speciale “orecchio” nell’affrontare i problemi o le attività quotidiane e i discorsi che ne derivano. Quando si tratta delle cose che “bisogna fare”, si può parlare anche delle difficoltà che vi si incontrano e delle possibili soluzioni che si possono inventare. Si avvia , allora, una relazione di supporto che non ricalca un modello verticale medico-paziente o educatore-utente ma si sviluppa su di un piano orizzontale. La persona ha l’occasione di incontrare un operatore/operatrice regolato e amichevole che può aiutarla a fare le cose della quotidianità ragionandoci sopra insieme e trovando soluzioni spesso inedite.

La frequenza, la durata e la modalità degli incontri sono variabili, sia da persona a persona, sia da momento a momento del percorso, in un’ottica di lavoro condiviso e di squadra: gli operatori si riuniscono settimanalmente in équipe per un confronto e l’équipe è disponibile anche a incontrare la famiglia e i Servizi.