La prevalenza dei “disturbi” dei bambini e delle bambine si manifesta oggi secondo due principali gruppi: disturbi del comportamento e disturbi dell’apprendimento. Per quanto riguarda l’apprendimento, negli ultimi anni in Italia sono stati messi a punto molti tipi di strumenti: dalle disposizioni compensative e/o dispensative previste dalla legge per il lavoro nelle scuole dei minori con DSA (dislessia, disgrafia, discalculia etc), ai tipi di intervento specifici (principalmente metodi logopedici) per trattare le varie forme di DSA.

Per i disturbi del comportamento invece sono generalmente utilizzati metodi di tipo educativo o comportamentale, l’idea prevalente è quella di modificare il comportamento “disfunzionale” del minore affinché possa “adattarsi” meglio a ciò che gli viene richiesto. Si assiste dunque in generale a degli approcci animati da una spinta riabilitativa o rieducativa.

L’orientamento de Il Cortile, concepisce sia il sintomo (il “disturbo”) sia il suo trattamento in una altro modo: sappiamo infatti che quando un bambino o una bambina sviluppa un “disturbo” c’è una causa, anche se a lui o a lei (o ai suoi genitori) sconosciuta. Perché allora rieducare un comportamento se quel comportamento ha una causa? Il Cortile offre un lavoro di supporto al bambino o alla bambina nel suo rapporto con la causa della sua difficoltà affinché possa trovare la propria risposta al suo “disturbo”. Per esempio, nel fare i compiti da soli o con un genitore alcuni bambini incontrano delle difficoltà che generano spesso litigi e sofferenze. Il rapporto con la scuola o con il proprio lavoro/dovere può trasformarsi in un incubo quotidiano.

Un buon “aiuto” può davvero modificare le cose ma nella direzione unica e specifica di quel bambino e di quella famiglia. Non esiste cioè una soluzione unica da dare a tutti e tutte, occorre per ciascun bambino e per ciascuna bambina trovare un modo per consentirgli di superare la propria difficoltà.

L’esperienza del Cortile mostra come questa logica di intervento può rispondere ai disagi che i bambini esprimono e che i genitori non riescono sempre ad affrontare da soli. Un lavoro di assistenza a casa, negli orari e al costo che incontrano le possibilità del minore e della famiglia, sono una opportunità di elaborazione e di “messa al lavoro” del minore di tipo non coercitivo, cioè tale da essergli di aiuto. Gli interventi di assistenza domiciliare del Cortile sono dunque concepiti a misura di ciascun bambino e bambina e della loro famiglia.

Ogni intervento viene pensato a partire dall’accoglienza dei genitori e dei minori e costituisce un momento iniziale fondamentale affinché il bambino o la bambina “accolga”, a sua volta, la proposta di lavoro offerta dal Cortile e possa parteciparvi con piacere.